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Sparsi lungo la Greve e la Pesa, i mulini raccontano secoli di storia e tradizioni
Non solo vino: alla scoperta dei mulini del Chianti
Il Chianti non è solo una terra ricca di vigne, castelli, poderi. Un modo originale e nuovo di apprezzare questa regione può essere quello riscoprire le origini medievali del Chianti e di andare alla ricerca dei tanti mulini ad acqua che costellano il percorso di due dei suoi corsi d’acqua: la Greve e la Pesa.
Lungo i loro argini, infatti, a partire dal Medioevo sono sorti nel corso dei secoli tanti mulini, divenuti col tempo uno strumento importantissimo alla base dell’economia e dell’alimentazione locali: in primis per la macinazione del grano e dei cereali, a cui si sono progressivamente affiancate attività di lavorazione del legno e del ferro e la produzione di tessuti.
A volte li si trova adiacenti anche al frantoio, per la produzione del prestigioso olio d’oliva chiantigiano. Hai mai partecipato ad una degustazione di olio d’oliva del Chianti? Scopri Reggello, la “città dell’olio”, e vivi un’escursione tra castelli alla scoperta dell’olio d’oliva.
Un tour alla scoperta dei mulini ad acqua diventa quindi una possibilità inedita per conoscere il territorio del Chianti, per esplorarlo a passo lento e per ammirare queste costruzioni che, prima che Chianti facesse rima con vino, hanno svolto un ruolo essenziale per le popolazioni locali.
Gli antichi mulini nel Chianti, un patrimonio da valorizzare
Situati, come detto, principalmente lungo i due fiumi, che erano i bacini da cui l’acqua veniva convogliata in grandi vasche usate all’occorrenza per mettere in funzione le pale delle ruote, se ne trovano di grandi e piccoli, antichi o più recenti, riportati a nuovo o in condizioni “intatte” (il Mulino “delle due colte”, per esempio, è oggi in totale balia della natura, avvolto da rovi e vegetazione).
I mulini del Chianti che invece, grazie all’opera di recupero, restauro e valorizzazione messa in atto da alcuni proprietari, sono tornati a nuovo splendore rendono apprezzabili le loro architetture, spesso di notevole fattura e pregio.
E al loro recupero si è legato anche quello della narrazione di attività, tradizioni, culture secolari. Come nel caso, per esempio, del Mulino del Piano di Montagliari o del Molino di Petrazzo, ora di proprietà privata ma aperti alle visite per fare un salto nel tempo lungo molti secoli.
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