Fiasco o bottiglia

03 Mag 2022 | Enogastronomia

Nato nel XIV secolo, il fiasco è sinonimo di Chianti e ambisce a tornare sulle tavole italiane.

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La storia “intrecciata” del fiasco di vino Chianti

Uno dei simboli del vino Chianti, e del territorio in cui si produce, è senz’altro il “fiasco”, quel recipiente panciuto in vetro, oggi caduto un po’ in disuso, ma la cui storia è strettamente intrecciata al “nostro” vino. Le origini del fiasco di vino risalgono con tutta probabilità al XIV secolo, complice una disposizione che in quegli anni vietò nel granducato di Firenze l’uso di contenitori in metallo per imbottigliare olio e vino.

Ecco che i mastri vetrai nell’area della Valdelsa, San Gimignano ed Empoli si misero all’opera soffiando il vetro a bolla e dando vita al fiasco (dal germanico flaskun).

Vuoi conoscere altre curiosità sul territorio del Chianti? Leggi altre storie sulle famose colline del cuore della Toscana.

fiaschi di vino chianti pronti per il trasporto su carro

La preziosa opera delle fiascaie

Emerse però presto la necessità di proteggere il delicato recipiente: venne quindi aggiunto un involucro esterno di paglia costituito da un’erba palustre, la “stiancia”, diffusa lungo l’Arno e l’Elsa (facilmente modellabile e di fibra assai resistente), alla cui realizzazione attesero per secoli le cosiddette «fiascaie».

L’intelaiatura della paglia, che era verticale nella zona di Firenze e orizzontale in quella di Siena, permise un trasporto più sicuro senza necessità di utilizzare grosse casse ed una migliore conservazione. Il fiasco iniziò a diffondersi ovunque e divenne così “il” contenitore per eccellenza del vino Chianti, presente sulle tavole nobili e umili, in cantine e fiere.

La bottiglia: evoluzione di tecnica e immagine per il Chianti

L’enorme diffusione del vino Chianti in fiasco ebbe però anche un effetto negativo poiché la reputazione di vino pregiato si incrinò, relegandolo a vino buono per ogni occasione, di largo consumo e, quindi, di bassa qualità. La progressiva perdita di prestigio venne per fortuna interrotta dal passaggio alla bottiglia bordolese, di dimensioni più piccole e quindi più facile da trasportare, diventata oggi elemento essenziale nel marketing del vino.

Infatti, bottiglia ed etichetta hanno acquisito talmente tanto valore e importanza per il mercato che l’immagine dell’azienda e la qualità del vino si proiettano spesso su di esse. Il fiasco ormai è poco usato, benché alcuni produttori tipici stiano cercando di riportarlo in auge. Il suo ricordo rimane legato a espressioni linguistiche o a piatti della tradizione, come i “fagioli al fiasco”, in cui i legumi vengono cotti sulla brace proprio dentro uno di questi recipienti.

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*Alcune informazioni sono tratte dal libro di Enrico Fiori “Il Chianti dalla A alla Z”.

 

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